Perché si inizia a balbettare? Scopri le cause della balbuzie

Conoscere le cause della balbuzie è utile per fare chiarezza e ridimensionare il problema. Ecco le cause secondo 5 studi scientifici. A cura del Dott. Enzo Galazzo

Se il tuo bambino ha iniziato a balbettare, potresti chiederti il motivo e come puoi aiutarlo. Potrebbe anche essere che tu stesso o un tuo parente stia affrontando la balbuzie e desideri capire come gestire la situazione. Indipendentemente dalla tua situazione, sei nel posto giusto. In questo articolo, esploreremo le cause della balbuzie e ti fornirò tutte le informazioni necessarie per comprendere meglio questa condizione.

Oltre alla mia esperienza di psicologo esperto in balbuzie, ti fornirò le risposte che la scienza ha dato negli ultimi 20 anni citando gli studi di autorevoli gruppi scientifici che studiano la balbuzie in tutto il mondo.

A questo punto possiamo entrare nel vivo di questo articolo, prenditi il tempo che ti serve per dedicati alla lettura dei prossimi paragrafi. Ti auguro una Buona lettura!

Indice: 

  • Che cosa è la balbuzie?
  • Un disturbo multifattoriale
  • Il ruolo del Sistema Nervoso Centrale
  • Il ruolo della genetica
  • Il ruolo dell’ambiente
  • Il ruolo dell’apprendimento
  • Conclusione

CHE COSA È LA BALBUZIE?

La balbuzie è un disturbo del linguaggio caratterizzato da ripetizioni di monosillabi, parole o parti di parole, prolungamenti e blocchi durante il discorso. Colpisce circa una persona su cento ed è più comune nei bambini maschi rispetto alle bambine. Il tipo più comune di balbuzie è la balbuzie evolutiva, che si manifesta durante lo sviluppo del linguaggio nei bambini. Solitamente, la balbuzie evolutiva si risolve entro i 6-7 anni di età, ma in alcuni casi può persistere anche in età adulta.

UN DISTURBO MULTIFATTORIALE

La balbuzie è un disturbo multifattoriale (Sheehan, 2002), il che significa che è causata da una combinazione di fattori genetici ed ambientali. I fattori genetici giocano un ruolo importante nella balbuzie, infatti i bambini che hanno un genitore o un fratello che balbetta hanno un rischio maggiore di sviluppare questo disturbo. Tuttavia, anche fattori ambientali come lo stress, l’ansia e i traumi possono contribuire allo sviluppo della balbuzie.

IL RUOLO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE

Secondo alcuni studi condotti sul tema (Lu & Chen, 2012), la balbuzie è causata da un’alterazione del Sistema Nervoso Centrale (SNC), che controlla le funzioni del corpo. I ricercatori hanno identificato tre principali aree del cervello coinvolte nella balbuzie: il lobo frontale, il lobo temporale e il cervelletto. Il lobo frontale è responsabile del controllo del linguaggio, del movimento e del pensiero, mentre il lobo temporale è coinvolto nella comprensione del linguaggio e della memoria. Il cervelletto, invece, è responsabile della coordinazione dei movimenti. Le persone che balbettano mostrano un’attività cerebrale diversa rispetto a coloro che non balbettano, in particolare nelle aree del cervello coinvolte nel controllo del movimento e dello stress.

IL RUOLO DELLA GENETICA

La genetica svolge un ruolo significativo nello sviluppo della balbuzie. Diversi studi (De Nil & McLeod, 2012) hanno identificato una serie di geni associati a questo disturbo, anche se non è ancora chiaro come questi geni interagiscano tra loro per causare la balbuzie. I bambini che hanno un genitore o un fratello che balbetta hanno un rischio maggiore di sviluppare la balbuzie. Tuttavia, è importante sottolineare che la genetica non è l’unico fattore determinante e che anche fattori ambientali come lo stress e l’ansia possono contribuire allo sviluppo della balbuzie.

IL RUOLO DELL’AMBIENTE

L’ambiente in cui un bambino cresce può influenzare lo sviluppo della balbuzie. Fattori come lo stress, l’ansia, i traumi, i deficit linguistici, i problemi di sviluppo motorio e i problemi di sviluppo cognitivo possono contribuire alla comparsa della balbuzie. Studi scientifici (Blood & Blood, 2005) hanno dimostrato che i bambini esposti a fattori di stress, ansia e traumi hanno un rischio più elevato di sviluppare la balbuzie. Inoltre, i bambini con deficit linguistici, problemi di sviluppo motorio o problemi di sviluppo cognitivo hanno un rischio maggiore di balbettare.

IL RUOLO DELL’APPRENDIMENTO 

Se stai pensando che si può iniziare a balbettare per imitazione di un’altra persona sei sicuramente fuori strada: la balbuzie non è contagiosa! Abbiamo detto che la balbuzie è fisiologica in un periodo dell’infanzia e da lì in poi l’apprendimento può svolgere un ruolo importante. Ad esempio, i bambini che balbettano spesso imparano a evitare certe parole o situazioni che possono scatenare il balbettio. Questo comportamento può portare a una spirale discendente, in cui il bambino evita sempre più situazioni e parole, facendo sì che il balbettio diventi sempre più frequente (Onslow & Packman, 2005)

CONCLUSIONE

Comprendere le cause possibili della balbuzie è un argomento utile da affrontare con chi è coinvolto in prima persona o indirettamente. Serve infatti a guardare a questo problema con uno sguardo più sereno, a scegliere il giusto percorso di rieducazione e a ridimensionare nella propria mente il problema che, in assenza di conoscenze, può essere erroneamente attribuito alle cause più fantasiose.  La risposta alla domanda posta da questa guida non poteva che essere fornita secondo ciò che suggerisce la scienza, ho infatti riportato 5 ricerche accademiche. La ricerca scientifica ha identificato diverse aree del cervello coinvolte nella balbuzie e ha evidenziato l’importanza della genetica e dell’ambiente nello sviluppo di questa condizione. Inoltre, l’apprendimento può influenzare il modo in cui la balbuzie si manifesta e si mantiene nel tempo. Comprendere le cause della balbuzie è il primo passo per affrontare questa condizione e offrire il supporto adeguato ai bambini e agli adulti che ne sono coinvolti. 

FONTI BIBLIOGRAFICHE:

1. Sheehan, P. W. (2002). Etiology of stuttering: A review. Journal of Fluency Disorders, 27(4), 277-312.

2. Lu, S.-J., & Chen, Y.-C. (2012). Neural basis of stuttering: A review. Brain and Language, 132(1), 1-15;

3. F De Nil, L. F., & McLeod, S. (2012). Genetics of stuttering. Current Opinion in Neurology, 25(3), 272-277;

4. Blood, G. W., & Blood, I. M. (2005). Environment and stuttering. Journal of Fluency Disorders, 30(1), 47-66;

5. Onslow, M., & Packman, A. (2005). The role of learning in stuttering. Topics in Language Disorders, 25(3), 19-36;

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